Dove Vanno Le Farfalle? di Lulu Martinetti

ascoltando Francoise Hardy Tous les garcons et les filles

Dove vanno le farfalle?”

Di Ludovica Martinetti

 

Mi guardava, potevo percepire i suoi occhi intenti nello scrutarmi da capo a fondo.

Anche io lo guardavo, intorno a lui potevo vedere tutto oscurato da un chiaro pallore.

Quella sera era tutto diverso, ma così semplice, era come se le mie preoccupazioni fossero sbiadite lentamente.

Le mie mani tra i suoi capelli e le sue sui miei fianchi, mi accarezzavano delicatamente. Con quei bellissimi occhi mi guardava come se ci fosse davvero qualcosa di bello da guardare, mi sentivo sicura ma intimidita allo stesso tempo, intimidita da lui, così attento a scrutare anche il mio più piccolo gesto.

Io ero così insicura, lui così forte. Ero spaventata, un po’ da quegli occhi, da quella bocca dalle, sue mani, dl suo naso, tutto in lui sembrava guardarmi.

Un carattere forte come il suo mi avrebbe fatto del male prima o poi, lo sapevo, ma sarebbe stato un onore farmi ferire da lui.

Sul suo viso vedevo comparire a poco a poco piccole gocce di sudore. Era agitato, questo mi rese più sicura.

Rideva, ed era bellissimo quando lo faceva.

Io lo guardavo e lui mi guardava, nemmeno una parola interruppe quell’intenso silenzio. Mi sentivo così piccola, ma allo stesso tempo capivo quanto la mia mente fosse grande e quanto il mio cuore stesse lavorando, velocemente aumentando il battito.

In quel momento le mie guance dove poco prima erano stati posati due baci onesti, erano ora arrossate.

Non una, non due e nemmeno tre, ma una colonia intera di farfalle sbatteva le ali nel mio stomaco, non mi lasciavano tregua. Volavano, volavano, ma per andare dove? Dove vanno le farfalle quando le senti dentro di te? Si agitano, fanno dei piccoli, che fanno dei piccoli, che ti riempiono fino a farti volare.

Ma davvero, dove vanno le farfalle? Chissà se lui se l’è mai chiesto…

Forse lo so, le mie farfalle vogliono andare incontro alle sue, per volare insieme, o forse vogliono entrare nel suo stomaco perché le sue farfalle non ci sono ormai da tempo, da quando il suo cuore è stato spezzato da qualcuno e lui ha smesso di crederci, si, di credere nelle farfalle, nelle guance rosse, nel battito accelerato e nell’amore.

Voglio stravolgere il suo cuore, la sua mente e persino il suo atteggiamento. Si comporta come se fosse fatto di roccia e la roccia non la rompi facilmente, puoi provocare delle scalfiture, forse, tutte superficiali e piuttosto insignificanti.

Ma non tutti sanno che un tempo tutte le rocce erano fuse, calde, come magma, e io ne sono sicura, quella roccia ha amato così tanto da indurirsi, si è raffreddato.

Forse la mia è solo una stupida presunzione, ma sono quasi sicura di potergli prestare un po’ del mio amore se il suo non basterà, ne ho a sufficienza per entrambi.

Non mi guardava più, deve aver sentito le mie farfalle.

Si sta avvicinando al mio viso timidamente, lentamente, ma non esita neanche un attimo. Poco prima di sfiorare le mie labbra si ferma per un momento; forse non si rende conto di ciò che sta accadendo, o forse lo sa perfettamente e per rendere tutto più bello vuole aumentare l’attesa…

Chissà cosa sta accedendo in quella meravigliosa mente.

Ad un tratto tutti i miei pensieri taciono. Le sue delicate labbra sfiorano le mie, i brividi si prendono tutto il mio corpo, i mie arti, il mio collo. Ricambio il bacio, l’istinto gioca a mio favore, non sapevo come fare era la prima volta per me.

Un bacio semplice e veloce, avvolto nella tenerezza.

Mi abbraccia subito dopo, ora si che sente le farfalle, posso sentirle nella sua pancia, svolazzano come non mai.

Riprendiamo a guardarci, senza separare né i nostri corpi né i nostri cuori.

Ecco dove vanno le farfalle, finiscono nel sorriso degli amanti e lo rendono il più sincero che io abbia mai visto.

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